IN BREVE. Il team investigativo di Food for Profit, in collaborazione con l’organizzazione Animal Rights NL, rilascia una nuova inchiesta in due allevamenti intensivi di maiali nei Paesi Bassi. Le strutture sono di proprietà dell’allevatore e politico Henk Meerdink, fondatore del partito HMV e alleato con il BBB, il primo partito europeo della lobby degli allevamenti. 

Gli allevamenti sono infatti di Henk Meerdink, un allevatore molto noto; insieme alla sua famiglia gestisce diversi allevamenti intensivi di maiali e bovini, ma da anni è anche in politica. Ha fondato il suo partito politico HMV (Henk Meerdink Volksvertegenwoordiging) e ora è stato eletto come consigliere nella città di Aalten. Una vittoria resa possibile grazie all’alleanza con il partito BBB (BoerBurgerBeweging), che rappresenta gli interessi di agricoltori e allevatori nel Paese. Nei Paesi Bassi, infatti, il partito BBB, che fa parte della coalizione di governo, è di fatto fondato proprio dalla lobby dell’agribusiness per sostenere allevatori e agricoltori, attraverso l’opposizione alle politiche green.

E infatti, un grande striscione con i loghi dell’HMV e del BBB è appeso sulla facciata di uno degli allevamenti oggetto dell’inchiesta.

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Negli allevamenti, i maiali sono stipati in condizioni terribili. Le immagini mostrano carcasse di animali lasciate all’aperto, accessibili ad altri animali selvatici, ma anche nei corridoi e nei recinti. Ci sono poi ragnatele, ratti ovunque, carcasse di topi abbandonate. Gli animali, che vivono in box sporchi e pieni di escrementi, presentano ernie ombelicali, ascessi agli occhi o infezioni. A causa dello stress, i maiali si attaccano tra loro e i maiali malati sono lasciati nello stesso recinto con quelli sani.

Per vedere cosa succede ogni giorno, è stata inserita anche una camera nascosta. Le riprese mostrano scene di violenza che difficilmente possono essere giustificate. Maiali incapaci di muoversi vengono colpiti con pungoli elettrici, e gli animali vengono spinti e trascinati senza alcuna cura.

La situazione è critica, soprattutto considerando che uno dei due allevamenti indagati ha persino una certificazione Beter Leven (che nei Paesi Bassi indica standard di particolare qualità nell’allevamento). Ancora una volta, queste certificazioni non sono una dimostrazione di condizioni migliori, sono solo una facciata per rassicurare i consumatori.


Tutto questo accade in un Paese che ha uno dei più alti livelli di inquinamento da azoto in Europa, causato in gran parte proprio dagli allevamenti intensivi. La principale fonte di azoto è l’ammoniaca rilasciata dalle deiezioni animali che contamina suolo, acqua e mette a rischio la biodiversità. Proprio per questo, pochi giorni fa Greenpeace ha vinto una causa storica: i giudici hanno imposto al governo di ridurre drasticamente le emissioni, tagliando di un terzo gli animali allevati entro il 2030. 


I Paesi Bassi sono una nazione rinomata per gli standard stringenti per gli allevamenti. Le nostre immagini dimostrano invece che la realtà è molto diversa. Ancora una volta, abbiamo svelato non solo problematiche legate alle condizioni degli animali, ma anche il legame tra la politica e gli allevamenti intensivi. Chi li difende attacca le politiche green per garantirsi i continui profitti, che provengono da una produzione crudele, insostenibile e che si basa sull’erogazione di fondi pubblici. Questa inchiesta è una prosecuzione del lavoro d’inchiesta svolto dal documentario di successo Food for Profit, che denuncia l’intreccio tra industria della carne e politica. Il film ha iniziato ora il tour di proiezione proprio nei cinema dei Paesi Bassi e in altri paesi europei.